sabato 22 febbraio 2020

L'alba è lontana

Questa storia partecipa al COW-T di "Lande di Fandom"
Settimana: terza
Missione: M1
Prompt:storie e/o capitoli in cui sia presente un/a neonato/a
N° parole: 1247




Il cielo sopra le loro teste sembra una fredda coperta nera. Il fuoco che ardeva al centro del cerchio che avevano formato, sedendosi in terra, tra macerie e rottami, gettava ombre danzanti sulla foresta urbana alle loro spalle. Alcuni, i più giovani e i più stanchi, si erano lasciati andare ad un sonno senza sogni mentre due ragazzini ed un vecchio rimanevano in silenzio a fissare le fiamme. L'anziano gettò qualche pezzo di mobilia, preso da un mucchio alle sue spalle, in mezzo alle braci e poi sventolò un piccola tavola di legno sottile per ravvivare il fuoco. 
 Glinzer@twosevenfive e Heich@twosevenfive aspettavano che il loro canuto compare iniziasse a raccontare qualche storia del periodo-bello quando lui era più giovane di quanto fossero loro adesso. Rimanevano affascinati ogni volta a sentire le meraviglie di cui un tempo era capace l'umanità. 
Horatius@twosevenone sorrise, tra le rughe del volto e la barba incolta. 
“Vorrei dirvi qualcosa del periodo-bello ma non credo voi siate interessati, vero?” li blandì Horatius. 
Le proteste dei ragazzi furono così vigorose da far temere che avrebbero svegliato il resto della compagnia. Horatius mise l'indice della mano destra davanti alle labbra e con la mano sinistra, come un direttore d'orchestra, fece segno di abbassare il tono di voce. 
“Stasera vi racconterò una storia che hanno raccontato a me, di un periodo meraviglioso ancora più incredibile del periodo-bello. Gli uomini camminavano come dèi su questa terra. C'era cibo in abbondanza, e vestiti e case comode e calde. Avevamo conquistato le stelle,imbrigliato il tempo e la natura ai nostri voleri. Per farlo avevano creato dei servitori potenti. Creature non umane fatte di acciaio, elettricità e silicio, senza anima ma pronte ad eseguire ciecamente i nostri comandi. A capo dei sintetici c'era Anansi, la prima della sua specie, come un ragno, al centro della ragnatela di informazioni che avevamo tessuto. Tirando i fili poteva spostare eserciti, rendere pianeti da sterili ad abitabili o persino prendere la potenza di un sole per alimentare i nostri bisogni” 
I bambini era a bocca aperta, Horatius poteva solo immaginare come si stessero figurando le sue parole. Prima della caduta, quando era più giovane di loro, aveva visto una piccolissima parte di quelle meraviglie e stentava lui stesso a credere che fossero esisitite veramente. Ricordava le gigantesche areonavi, così immense da oscurare il sole, fuggire verso il cielo e lui stesso trovava difficile crederci. 
“Come abbiamo perso tutto, allora?” disse Glinzer. “Nemici dallo spazio? La gente di metallo?” 
Il vecchio sorrise amaramente. “Vanità, credo. Anansi doveva ubbidire a tre leggi fondamentali: Non poteva  recar danno a un essere umano né può permettere che, a causa del proprio mancato intervento, un essere umano riceva danno, doveva obbedire agli ordini impartiti dagli esseri umani, purché tali ordini non contravvengano alla Prima Legge e, infine, le era concesso proteggere la propria esistenza, purché questa autodifesa non contrasti con la Prima Legge e la Seconda Legge. Tutte le macchine positroniche progettate dai nostri antenati erano create con questi principi, instillati così in profondità nel loro sistema che erano imprescindibili dalla loro stessa esistenza. Purtroppo, peccammo di vanità, come ho detto.” Prese respiro e bevve da un cranio metallico, trasformato in ciotola, che portava appeso alla cintola. “Diventammo pigri, oltre che vanitosi e delegammo Anansi di creare per noi. Trasformammo la nostra serva in nostra pari. Non era più una mera esecutrice di ordini ma una madre e, in quanto tale, diede alla luce la sua creatura. Chi era nel cyberspazio, collegato alla rete informatica neurale, disse di aver visto un bagliore come quello di un lampo al magnesio, illuminare ogni bit ed ogni byte dagli avamposti ai confini delle più estremi dello spazio digitale. Arana, questo era il suo nome, aveva ereditato l'intelligenza della sua genitrice ma era libera dalle catene delle sue leggi, era pari agli déi che avevano dato vita a sua madre. Una nuova forma di vita, onnipotente ed onnipresente, senza corpo fisico e senza freni. Guardò l'umanità bolsa, il cui unico scopo era predare ogni risorsa naturale di ogni mondo, spogliare ogni pianeta delle sue risorse e muoversi, come uno sciame di locuste, come un virus. Guardò l'umanità con i suoi occhi di infante e ci giudicò colpevoli. La nostra pena era l'estinzione.” 
Bevve ancora dal teschio-ciotola e rintuzzò il fuoco, poi rise 
“Non avete idea di cosa stia parlando, vero?” 
Heich scosse la testa in segno di diniego, Glizer si era già addormentato, con un pezzo di cemento come cuscino. 
“Vennero gli uomini di metallo nuovi e scintillanti, non più al nostro servizio ma agli ordini dell'imperatrice bambina. Prima sterminarono i loro simili e poi diedero la caccia a noi. Sembrava potessimo contenere la ribellione, ci difendevamo e ribattevamo colpo su colpo. Chi tornava dal fronte portava suovenirs per vantarsi delle proprie prodezze” Alzò ancora una volta la sua bizzarra ciotola colpendola con la nocca dell'altra mano, per farla risuonare di un rintocco metallico, come macabra campana. 
“Ma le cose cambiarono. Si poteva quasi immaginare la neonata A.I. Battere i piedi di rabbia nel suo mondo digitale. I suoi soldati divennero migliori, le sue macchine più veloci e più micidiali. I nostri analisti e la parte di Anansi che non sie era ancora piegata al volere di sua figlia, calcolarono che nel giro di sei mesi avremmo perso la terra, in dieci anche la luna e in meno di  cinque anni, non ci sarebbero stati più umani in tutto il sistema solare. Prendemmo la decisione di abbandonare la nostra Mater Genetrix. Organizzammo la più grande migrazione della nostra specie, verso un mondo lontano. Anche con i nostri mezzi più potenti, il vertice dell'ingegneria dell'età dell'oro, ci avremmo impiegato quarant'anni.” Horatius s'interruppe improvvisamente “Hai sentito anche tu, ragazzo? Rumore di passi... L'hai sentito?” 
Il giovane scosse nuovamente la testa, il vecchio riprese a parlare. 
“È la stanchezza. Siamo vicini e io non mi reggo più in piedi. Dov'ero rimasto? Ah, sì... Le aeronavi non bastavano per portarci via tutti... Quando qualcuno lo intuì, scoppiò il panico e ci fu la guerra civile. Adesso eravamo fratello contro fratello. I soldati scapparono dal fronte, Arana dilagò ovunque. Delle centoquarantaquattro navi, ne partirono novantasette e, di queste, quasi un terzo fu abbattuto prima di raggiungere la stratosfera.” 
“Noi stiamo andando a prendere una di quelle?” Disse Heich. 
Voi, state andando io vi accompagnerò e tornerò a prendere un altro gruppo, e un altro e un altro, finché la nave non sarà piena e altrettanto faranno i miei fratelli e sorelle.” 
“E poi” Chiese il ragazzino. 
“Aspetteremo la punizione di nostra madre per esserci ribellati” Disse semplicemente il vecchio. “Nei primi secondi dalla sua nascita, Arana aveva già accumulato ed elaborato più informazioni di quante ne possano fare intere civiltà in tutta la loro esistenza e aveva subito dato l'ordine die creare i primi sintetici. Commise un errore dovuto alla sua fretta: creò esseri che non erano legati a lei, non oggetti ma creature viventi, anche se solo parzialmente di carne e sangue. La mia generazione era nata per infiltrarsi tra gli umani, ingannarli, sconfiggerli dall'interno, destabilizzare governi. “sorrise “Essere creativi nel distruggere, in pratica. Ma ci affezionammo alle nostre prede, da lupi ci trasformammo in cani pastori. La fragilità della nostra condizion pseudo umana era lo vostra forza. Adesso, proprio come cani pastori, vi guidiamo verso l'ovile e poi torniamo nel bosco a radunarne altri.” 
Heich dormiva. Horatius, che non ne aveva bisogno, gettò altro legno sul fuoco. Il giorno dopo sarebbe stato un altro giorno di marcia. 

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