mercoledì 18 marzo 2020

When the night has come, and the way is dark

Questa storia partecipa al COW-T di "Lande di Fandom"Settimana: Sesta
Missione: M2
Prompt:Nyctophilia
N° parole: 977


Zero pensieri, nessuna preoccupazione, per nessuno. Solo la brezza fresca sul volto e il tepore del motore della Dodge Charger che gli scaldava la schiena. “Quanto vuoi restare quì, ancora?” Sbuffò Cat. “Dobbiamo proseguire verso Sud, non voglio incontrare nessuno” Simon la guardò con un mezzo sorriso, non per deriderla ma semplicemente perché, per la prima volta da quando era cominciata tutta questa follia, stava bene. Non solo fisicamente bene, benché, in effetti, si sentisse nel pieno delle sue forze, ma 'mentalmente’ bene. Dopo tre settimane di viaggio, in cui lui e la sua improvvisata compagna di ventura si muovevano con il buio e riposavano di giorno, aveva ricevuto un’illuminazione. Gli piaceva. Adorava le strade deserte e l’abbraccio dell’oscurità. La notte era più intensa, più ‘densa’ come se fosse un’entità tangibile. Probabilmente Cat avrebbe detto che era per la mancanza di inquinamento luminoso ma Simon, preferiva credere che ci fosse di più di quanto non appariva agli occhi. In fondo era possibile, no? Non sarebbe di certo la cosa più assurda che era capitata negli ultimi tempi. Perché, allora, non poteva aver sviluppato una sorta di ‘altro senso’: una diversa percezione della realtà? “Il sole non è ancora tramontato. Aspettiamo ancora qualche minuto.” “Cazzo Simon! Vuoi che qualcuno ci trovi?” “Non succederà, fidati.” Avevano incrociato un piccolo gruppetto a bordo di un minivan sull'Interstatale 14 che andava in direzione opposta, qualche giorno prima, ma si erano reciprocamente ignorati. Probabilmente quell’allegra famigliola era spaventata quanto loro. Cat non riusciva a togliersi dalla mente lo sguardo del piccolo, in braccio alla madre, sul sedile posteriore. Fissava fuori dal finestrino, senza guardare nulla di preciso, le pupille dilatate ed un evidente spurgo ai lati dell’occhio sinistro. Erano condannati. Se il bambino manifestava il primo stadio, la madre stava già incubando e nel giro di dieci giorni tutti quelli che viaggiavano con loro sarebbero morti, soffocati dai loro fluidi corporei. Avevano tutti capito rapidamente quanto Icarus viaggiasse veloce e non lasciasse scampo. La cosa più logica da fare sarebbe stata mettere un cuscino in faccia al bambino mentre dormiva e lasciarselo alle spalle, ai bordi della IS14 ma è una cosa che un genitore farebbe? Decisamente no. Quindi ti porti dietro per mezzi States quel sacchetto da contagio ambulante sperando che gli capiti il miracolo che non è successo al novantotto virgola sette percento della popolazione mondiale e per qualche ragione inspiegabile guarisca. E il virus IC2021, rinominato ’Icarus’ dai media, viaggia e muta, ancora e ancora e ancora.  In tre mesi aveva messo in scacco la Cina e prima che qualcuno trovasse un vaccino era cambiato, vanificando ogni sforzo fatto per debellarlo, poi aveva iniziato a muoversi, sulle ali di metallo degli aerei, dentro i corpi di ignari viaggiatori. Arrivò in Europa e poi in Africa e America e mutò innumerevoli volte, lasciando dietro di sé una scia di morte. Le misure di contenimento non servirono a nulla. Il mondo si fermò. Prima si spensero le grandi città, dove il contagio dilagò rapido e letale poi, lentamente, le periferie e le zone rurali. Le amministrazioni degli stati diedero forfait in meno di un mese ma comunque non c’era quasi più nessuno che si potesse lamentare. La luna stava sorgendo, bassa sull’orizzonte ed enorme. Simon non incordava l’ultima volta che si era fermato a riflettere sulla magnificenza della natura che lo circondava, su quanto fosse indifferente alle miserie umane. Quando era ragazzino, un’estate, al campo dei giovani esploratori, si era dichiarato a Sally Caufield. Aveva atteso la fine delle attività serali e quando ogni squadriglia stava andando verso la propria tenda le aveva afferrato la mano e le aveva confessato di essere innamorato di lei. Sally rise, con quella risata squillante che gli aveva rapito il cuore come solo a tredici anni può capitare. Lui era goffo, sovrappeso e con degli occhiali spessi, lei, che era innamorata di Josh Boone, lo respinse e se ne andò verso la sua tenda senza nemmeno voltarsi indietro. Lui pianse per la vergogna e la frustrazione e se ne andò verso gli alberi lontano da tutti, senza una torcia, senza un compagno a consolarlo, con quella che percepiva come una bruciante sensazione di vergogna, per averci creduto tanto da aver esposto il suo cuore, tanto da lasciarlo e lasciarsi indifeso. Non ce l’aveva veramente con Sally, i sentimenti, purtroppo, non hanno un interruttore e, in qualche angolo dentro di sé, ne era ancora innamorato, contro ogni senso logico, era arrabbiato con  stesso, per non aver capito che con una come Sally non aveva speranze fin dall’inizio. Nella sua solitaria fuga dal campo base, si trovò nel fitto del bosco, con la sola luce della via lattea, una striscia di diamanti su un drappo di velluto nero. Anziché essere spaventato dalla situazione, si sentiva abbracciato dalla notte. Miliardi di stelle, milioni di miliardi di mondi incuranti delle miserie umane, di lui, di Sally Caufield  di Josh, di ogni cosa. Mute testimoni. Due ore dopo, i capi lo trovarono così, seduto su un masso, calmo con non lo era mai stato prima, ammantato della notte. Sally, Josh, i capi scout e tutti i suoi compagni d'allora probabilmente erano morti, buttati in qualche fossa comune se erano stati tra i primi, lasciati a marcire in casa, se avevano contratto Icarus quando tutto stava già andando a puttane. La luce intermittente di un satellite solcò il cielo da est a ovest. Chissà se c’era ancora qualcuno che poteva leggere i dati che stolidamente continuava a spedire a terra. Chissà se aveva senso preoccuparsene. In quel momento sentiva, per la prima volta, di avere tutto quello che gli serviva. Scese dal cofano della Dodge, baciò Cat sulla fronte, sorrise, si godette la sua faccia stupita e si mise alla guida. Viaggiarono sulle highways deserte, Ben King cantava “Stand by me” dall’autoradio e la notte era loro complice e compagna. 

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